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Mai più figli di serie A e B, dice Letta. E i figli di gay e lesbiche? E i figli degli immigrati? Troppe parole, e troppo tronfie

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Enrico Letta 01di Giancarlo Grassi

Una frase ad effetto, una delle tante del Governo Letta, apre la notizia: “Mai più figli di serie A e di serie B”.

Il consiglio dei ministri ha infatti approvato il decreto legislativo in materia di filiazione, che non distingue più tra figli naturali e figli nati fuori dal matrimoni, distinguo che “tanti drammi ha creato in passato”.

Nelle parole del premier: “Da oggi esistono solo figli senza aggettivi. Finiscono drammi umani che ci sono stati nel passato”.

Disgraziatamente non è così: esistono ancora figli, quelli delle coppie gay e lesbiche ad esempio, che sono discriminati dello stato che non riconosce le loro famiglie con la scusa di proteggerli, perché le balle bisogna saperle raccontare, e i figli degli immigrati che non sono cittadini italiani fino al compimento della maggiore età (quando devono decidere loro) e si vedono precluse opportunità tanto banali come quello di diventare una stella dello sport italiano (è il caso della nuotatrice italo-tunisina) e di non poter godere di pari opportunità.

Passi piccoli e grandi trionfalismi. E’ il principio dell’horror vacui.

Ci rifletterei Presidente Letta.

 

 

 

 

 

 

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