Uno dei sospettati arrestati per la strage nel bar gay di Tel Aviv nel 2009 che uccise 3 persone e ne lasciò a terra 11 orrendamente ferite, ha confessato di avere commesso l’atto “per rispettare la Bibbia che dice di attaccare gli omosessuali”.
L’uomo ha poi aggiunto di avere fatto un buon lavoro, dato che per quattro anni nessuno è arrivato a lui, dopoché ha aggiunto di avere deciso l’assalto dopo che un suo parente 15enne – sospettato di avere partecipato alla strage – sarebbe stato molestato sessualmente dal proprietario del bar gay, poi oggetto dell’attacco.
L’uomo aveva attaccato i clienti del bar con il viso coperto da una maschera, sparando all’impazzata.
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