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Russia, la tortura come metodo di “persuasione”

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Russia Flagdi Gaiaitalia.com

Informa Amnesty International che le fotografie che ritraggono Rasul Kudaev prima e dopo essere stato fermato e trattenuto in detenzione dalla polizia in Russia sono così diverse che si stenta a credere che sia la stessa persona. Questo è ciò che gli è successo dopo essere stato torturato perché confessasse un crimine che egli dice di non aver commesso.

Poi Amnesty International racconta la storia: nell’ottobre 2005, Rasul Kudaev è stato arrestato perché sospettato di aver partecipato a un attentato terroristico contro un impianto del governo a Nal’čik, la capitale della Repubblica di Kabardino-Balkaria, nella regione russa del
Caucaso settentrionale.

Ma Rasul era già un uomo marchiato. Un anno e mezzo prima era stato liberato dal centro di detenzione statunitense di Guantánamo Bay a Cuba. Nel 2002 era stato arrestato dagli Usa in Afghanistan e inviato a Guantánamo, dove è stato trattenuto senza essere accusato o sottoposto a processo. Nel febbraio 2004 era stato rimpatriato in Russia e subito arrestato di nuovo.

Ma il fatto che Rasul sia stato torturato perché confessasse di aver commesso un crimine non è, purtroppo, inconsueto.  La situazione è particolarmente tragica nel Caucaso settentrionale, dove le forze di sicurezza raramente vengono chiamate a rispondere delle violazioni dei diritti umani.

La ricerca di Amnesty International ha rilevato che alle persone detenute per accuse relative al terrorismo, nelle prime ore di detenzione, talvolta anche nei primi giorni, viene sistematicamente negato l’accesso a un avvocato o a un rappresentante legale di loro scelta.

Spesso le autorità non informano le famiglie sul luogo in cui sono trattenuti i loro cari o addirittura non confermano che la persona sia stata ufficialmente presa in custodia…

Leggete l’articolo completo qui.

 

 

 

 

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