Amnesty International ha pubblicato un rapporto il 25 giugno scorso dove si denuncia l’allarmante aumento dell’omofobia nell’Africa subsahariana.
Chi segue con costanza Gaiaitalia.com sa con quanta attenzione ci occupiano delle vicende relative all’omofobia in Africa, grazie a contatti nel continente, ma anche attraverso una minuziosa lettura dei pochi siti lgtb che arrivano dal continente.
Il rapporto di Amnesty International (in inglese) si intitola “Quando amare diventa un reato. La criminalizzazione degli atti tra persone dello stesso sesso nell’Africa subsahariana“, si sofferma sulla crescente omofobia dei governi africani impegnati non a migliorare le condizioni di vita dei loro popoli, ma ad approvare leggi che criminalizzino e stabiliscano in alcuni casi la pena di morte, per i gay e le lesbiche.
Camerun, Nigeria, Ghana, Liberia, Zimbabwe, Zambia, Mali, Uganda, Sud Sudan, Burundi, Kenya, l’elenco potrebbe continuare: sono paesi uniti nell’odio contro l’omosessualità denunciata come un vizio importato dall’Occidente corrotto. Chi viene arrestato viene spesso sottoposto ad umiliazioni, vessazioni e ad umilianti ispezioni rettali.
In Kenya la polizia minaccia di arrestare gli abitanti con l’accusa di omosessualità, solo per estorcere denaro facile. La paura della società omofoba e violenta rende gli abitanti deboli di fronte ai potenti corrotti.
Quella stessa corruzione di cui sono accusati cittadini innocenti.
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