Dopo che Enrico Letta si è imepegnato per “l’abolizione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti e per legare questo tema all’applicazione dell’articolo 49 della Costituzione”, non stupisce nemmeno più di tanto che il PD si sia messo al lavoro e abbia presentato al Senato un disegno di legge firmato da Anna Finocchiaro, Luigi Zanda, Nicola Latorre, Felice Casson e Carlo Pegorer che vuole obbligare in qualche modo partiti e movimenti ad “acquisire la personalità giuridica”, la cui mancata acquisizione “precluderà l’accesso al finanziamento pubblico e la partecipazione alle competizioni elettorali”.
Una proposta di legge per ricordare che per essere in regola basta registrarsi in prefettura?
No, c’è di più e a qualcuno non piacerà: secondo quanto riportato dal quotidiano Europa, la proposta di legge del PD vuole fare chiarezza su “quali sono gli organismi dirigenti, le loro competenze e le modalità della loro elezione e la durata degli incarichi, che sono conferiti a tempo determinato”.
Mettere l’accento sul modo in cui sono “assunte le decisioni che caratterizzano la vita di un partito” come “le alleanze elettorali, la scelta di uno schieramento”.
In più l’accento sullo statuto che deve “disciplinare i rapporti con le articolazioni territoriali” e garantire “il diritto all’informazione (sugli atti interni) e il diritto al contraddittorio” (…) “Gli istituti devono includere anche le misure disciplinari che possono essere adottate nei confronti degli iscritti (o delle articolazioni territoriali del partito), gli organi competenti ad assumerle e le procedure di ricorso previste, assicurando il diritto alla difesa e il principio del contraddittorio”.
Per quanto riguarda i finanziamenti la proposta prevede che almeno il 5 per cento sia destinato alla formazione e che a controllare la rendicontazione finale sia “la Corte dei Conti”.