Così è se vi pare. L’Ucraina ha votato recentemente una legge simile a quella russa, contro la famosa “propaganda omosessuale” che Putin, anche lui, considera legittima. La legge prevede cinque anni di prigione ed è più vaga di una svampita ubriaca alle cinque del mattino.
Il leader dell’opposizione nazionalista, partito pericolosamente a destra, sostiene con totale libertà che “pestare i froci fa parte della libertà d’espressione”, e c’è chi si lamenta di Twitter, ma le sorprese che vengono dal paese non finiscono qui.
In un trabocco di umanità il parlamento voleva votare una legge che impedisse il licenziamento dei lavoratori sulla base del loro orientamento sessuale, ma l’iniziativa è stata bloccata da 300 (sì, trecento) persone che gridavano slogan contrari alla sua approvazione.
Qualsiasi altro commento ci sembra abbastanza inutile.