La divisione dei ruoli è semplice, ci sono cittadini che scelgono di mettersi in gioco personalmente, si impegnano, si candidano, e offrono un patto ad altri cittadini che, al contrario, hanno scelto di essere elettori ed accettano questo patto.
Fin qui tutto bene. Il processo è chiaro: Io, candidato che ha scelto di esserlo, ti offro questo programma che tu,cittadino elettore che ha scelto di esserlo, voti consegnadomi un mandato che mi impegno ad onorare.
Un patto tra gentiluomini: gli elettori da un lato, i candidati dall’altro.
Poi le cose non vanno così. E qui si inceppa il meccanismo e si rompe, temiamo ormai definitivamente, il patto di fiducia tra l’elettore e il candidato eletto dal popolo. L’ambiguità della lingua italiana non ci aiuta, c’è l’eletto e l’Eletto, e sappiamo quanta differenza faccia un lettera maiuscola. Di fatto ciò che non dovrebbe fare la differenza è lo status di cittadino eletto in parlamento e l’elettore. L’eletto, dovrà a sua volta fare i conti con le leggi sciagurate che vota, una volta fuori dal Parlamento.
Abbiamo l’impressione che il lavoro (durissimo) che tanto Renzi quanto Barca, siano consapevoli di dover lavorare proprio nella direzione della restaurazione del famoso patto tra eletto e candidato.
Nella direzione del ristabilimento di un rapporto di fiducia tra politica e cittadini, rotto negli ultimi vent’anni da un sistema scellerato condotto da Berlusconi e dall’ora PD, che ha appena restaurato se stesso, sordo alle richieste di cittadini e nuovi movimenti.
Renzi e Grillo sono i personaggi pubblici legati alla politica che con più chiarezza leggono il problema, e che con più lucidità tracciano le soluzioni. Auspichiamo un incontro futuro tra i due leader, che possa tracciare un cammino per ridare fiducia agli Italiani e costruire un’Italia diversa, nuova, vincente.
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