Gianluca Nicoletti, scrittore, giornalista, autore e conduttore radiofonico, è uno dei personaggi che più ci piacciono nell’attuale panorama culturale italiano. Protagonista quotidiano di una “irriverente” trasmissione chiamata “Melog” su Radio24 (ricordate “Golem” sulle reti RAI? Trasmissione premiatissima? Proprio il suo contrario…) che conduce con intelligenza e una sano “irrispetto” nei confronti dell’ascoltatore che interviene dicendo cazzate, ha recentemente pubblicato un libro sulla sua relazione con il figlio autistico.Nonostante si schernisca e dica di sé cose cui probabilmente crede anche, è secondo noi uno dei più intelligenti protagonisti del quotidiano radio-televisivo italiano (ce lo immaginiamo prendendoci per i fondelli e dandoci dei ruffiani, mentre legge queste righe)…
L’intervista
Gaiaitalia.com: In un paese dominato dall’incultura della falsa tolleranza e del pregiudizio Lei decide di uscire con un libro sulla sua relazione con suo figlio autistico… Allora è l’amore che ci farà vincere?
Gianluca Nicoletti: Amore è una parola molto inflazionata, soprattutto in un recente filone di memoires lacrimevoli nei quali, mio malgrado, vengo talvolta inserito. Lascerei da parte l’amore che è ineffabile, indescrivile, raramente definibile. Sono uscito con la storia di mio figlio perchè mi ero un po’ stancato di ascoltare e leggere solo versioni “romanzate” dell’ autismo. Ho voluto interrompere la catena dei ragazzi prodigiosi, dei figli degli extraterrestri, dei messaggeri indaco della cività futura…Come altre amenità molto consolatorie, ma molto poco realistiche rispetto a un problema che affligge 400.000 famiglie in Italia e nei confronti del quale manca un approccio seriamente laico. Fine delle commiserazioni, degli sguardi lacrimosi, delle medaglie di genitorialità eroica. Non ho la vocazione per prendere a modello santa Teresa di Calcutta, mi adatto per cocciutaggine a fare di necessità virtù.
Su questo tema, come su molti altri, regnano l’ingoranza, la disinformazione, tanto che Lei ha deciso di fare una trasmissione informativa su Radio24, nel programma che conduce la mattina, Melog, lo scorso 2 aprile, e intelligentemente l’ha chiamata trasmissione di servizio…
Si… Devo dire che quando io parlo d’informazione di servizio non riesco a nascondere una subliminale aria di presa per il culo. Ho lavorato per troppi anni nel così detto servizio pubblico per non sapere che abissi d’ipocrisia si celino dietro a questa etichetta. Sono convinto di fare un servizio a chi mi ascolta ogni volta che riesco a far passare la mia ossessione di cercare letture oblique rispetto a quelle più convenzionalmente condivise dalla grande macchina di riproduzione mediatica. Ho fattro di questo motto la mia ragione di vita. “A me piace giocare con le visioni, con sguardi laterali, con “pregiudizi gloriosi” e sventatezze ardite…”. L’ ho scritto sulla parete di casa e nel frontespizio del mio ultimo libro per non dimenticarmelo mai.
A parte la commovente descrizione che Lei fa del rapporto che ha con suo figlio, c’è qualcosa che può consigliare a chi condivide la sua stessa esperienza?
Perchè vi siete commossi? Che mammolette!!!! (perché c’era verità e non la si incontra quasi più, ndr) Non c’è niente da commuoversi, nessuna tragedia, nessun dolore. Io starei benissimo con mio figlio le tragedie sono ben altrove. Il problema è che devo comunque arrabattarmi per restare a galla professionalmente, ed è sempre più drammaticamente difficile. Il problema è che con un rivelatore così sensibile di umanità ottusa accanto sto diventando ancora più insofferente dell’ ipocrisia e della superficialità di gran parte degli autorevoli cervelli referenziati a dar pareri. Ah la domanda era cosa consiglio di condividere del mio libro, rispondo sintetico: la straordinaria attitudine di un autistico di non lasciarsi impressionare dalle apparenze e dagli status altrui. La sua scelta binaria è illuminante: mi procura ansia lo ignoro o se insiste lo meno; mi regala serenità lo accarezzo pure, ammesso che mi vada. Penso che la maggior parte del nostro stress sia accumolato nell’ ansia di esser all’altezza del nostro prossimo, o peggio di essere accettati… Diventare autistico è nei miei progetti futuri.
Lei conduce un programma radiofonico di successo nel quale, provocatoriamente a volte, inserisce temi “audaci”. Siamo rimasti spesso di stucco davanti alla “barbarie culturale” rappresentata da certe risposte… Ma gli Italiani sono sempre stati così e non ce ne siamo mai accorti?
Non credo che gli Italiani siano peggiori di altri, hanno straordinarie capacità di dissimulazione dei loro limiti e grandi doti millanatatorie delle loro competenze. La vera barbarie culturale è nell’ omologazione dei mediatori culturali. La barbarie del “coatto” non mi spaventa quanto la presunzione del mediocre. In Italia la patente d’ eccellenza di pensiero l’attribuiscono i passaggi nei salottini di Fabio Fazio o Daria Bignardi, nulla da eccepire, sempre meglio di niente, ma non aspettiamoci sorprese… Ieri (mercoledì, ndr) proprio ho assistito alle Invasioni Barbariche al lancio commosso del libro di una suora (ex grande trombatrice confessa), che improvvisava in studio un numero di lap dance con crocifisso di Cimabue… Se vogliamo in linea con la scontatissima nuova tendenza riformista e francescana, che ha contaminato persino ogni telesalottino radical chic, ma Diderot era molto più avanti, lo era persino Manzoni forse…
Quando Le abbiamo chiesto di concederci l’intervista ci ha risposto che non era la persona più adatta per parlare di cultura, a noi sembra invece il contrario…
Vi state arruffianando? (No, non ce ne frega niente ndr) Con me non serve tranquilli, non ho nessun peso nell’ opinione generale e sto molto sulle palle alla maggior parte delle persone di cultura.
Come vede il futuro dei diritti delle persone omosessuali in Italia?
Ah ecco adesso ho capito perchè vi chiamate Gaiaitalia… Che figura barbina ho fatto, io che vi avevo chiesto se facevate mai parte dell’ utopia mistico post catastrofista della grande madre terra che alcuni pongono alle basi del Grillo pensiero… (né l’una né l’altra cosa Dott. Nicoletti, ndr) Mah, le persone omosessuali divideranno l’incerto futuro degli etero, degli astensionisti, degli incerti, dei contemplativi, dei compulsivi ecc. ecc. Insomma c’è un tal baratro spalancato davanti a tutti noi che verrà il momento che a nessuno verrà più in mente di far differenza tra gli umani in base alle loro preferenze erotico sentimentali. Mi spiace essere apocalittico, vorrei potervi dire che ci sarà una felice età dell’ oro in cui nessuno farà più differenza tra uomo, donna, uomo uomo donna, donna uomo. Come il grande maesto del giovane figlio dei fiori Carlo Verdone, quello della “spada de foco”. Vorrei potervelo augurare, ma temo che non sarà così, almeno nell’immediato futuro. L’ ideale sarebbe una società civile che non discrimina e non attribuisce diritti in base alle scelte di frequentazione di genere. Certo poi si attenuerebbe anche il senso del peccato…Mannaggia!
Da dove nascono tutti i pregiudizi attorno a tutto ciò che è “differente”? I mezzi di informazione che ruolo giocano?
I mezzi d’informazione spingono a confermare ciò che è maggiormente condiviso e più facilmente decodficabile. Sono non a caso mass-media, non
si può pretendere dalla massa capacità di intravedere il valore dell’eccentricità. Se vi riferite ancora alla tematica della cultura omosessuale, mi pare che sia evidente che non vi sia più pregiudizio nella rappresentazione di questa realtà, sia l’ informazione come la fiction hanno felicemente sdoganato il pregiudizio sull’ omosessualità, ora molto più normalmente rappresentata rispetto alla Cage aux Folles (Il Vizietto, ndr) dei primi anni in cui se ne parlava, il pregiudizio però resta sotterraneo e ancora indelebile in una parte cospicua della popolazione e anche di parte delle istituzioni.
Il suo libro sta avendo molto successo,a giudicare dai posts entusiasti, se lo aspettava?
No, sono sempre pessimista e continuo ad esserlo. Ne è entusiasta chi ci si vede rappresentato. Mi piacerebbe leggere qualche valutazione anche sullo stile, non è un saggio tecnico sull’ autismo, è la trascrizione di un mio delirio costante.
Se potesse governare, cosa cambierebbe di questo Paese?
Sono inadatto alla gestione di esseri umani a cui non sia legato da vincoli di sangue, di affabulazione, di (anche onirica) lussuria. Anche in questi rari casi non vorrei mai cambiare qualsivoglia lato del carattere, inclinazione, fattezza fisica, convinzione etica. Non ho la vocazione a fabbricarmi golem, anche se la mia biografia sembrerebbe contraddirlo. Governare il resto del mondo sarebbe per me un tedio mortale.