E’ notizia di oggi che l’On. Ivan Scalfarotto ha richiesto la copertura sanitaria per il suo compagno che gli è stata momentaneamente negata e non gli sarà con ogni probabilità concessa, essendo legge non scritta che la copertura sanitaria è riservata ai compagni di “sesso differente” degli eletti. Anche Anna Paola Concia ebbe la stessa sgradevole esperienza nella passata legislatura e l’On. Scalfarotto si scontra con lo stesso meccanismo.
Ciò che non si capisce è perché gli eletti dovrebbero godere di un privilegio che ai cittadini è negato e perché gli eletti gay e lesbiche si ostinino a cercare di ottenerlo. Se i cittadini gay o lesbiche non possono perché dovrebbero potere loro? Non deve essere l’eletto lo specchio del cittadino che lo ha elett?. Si sforzino maggiormente affinché l’uguaglianza di tutti e per tutti venga approvata.
Non ci riferiamo in particolare all’On. Scalfarotto per problemi particolari nei suoi confronti, semmai il contrario, se avessimo dovuto parlare per antipatia personale avremmo cercato semmai tra i Senatori, ma proprio perché riteniamo che l’On. Scalfarotto sia persona di non comune intelligenza e cultura e punta di diamante nella lotta parlamentare per l’uguaglianza di diritti di gay e lesbiche.
Abbiamo detto, in altre occasioni, che secondo noi perpetuare l’antica abitudine di godere di privilegi che ai cittadini sono negati è una cattiva abitudine, e ci spiace che proprio le persone omosessuali ripetano lo stesso errore dei loro colleghi che non sono discriminati, ma – au contraire – discriminano. Lasciamo il privilegio di essere una “casta” ai parlamentari eterosessuali, che votano contro le coppie di fatto fuori dal parlamento, quelle stesse coppie di fatto che dentro il parlamento esistono e hanno diritti.
Il sito gay che riporta la notizia, uno di quelli seri con la parola “gay”, “lesbo”, o “queer” nel dominio, sembra abbastanza scandalizzato dal rifiuto. L’articolo qui.
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