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Gaiaitalia.com, intervista al direttore di Europa, Stefano Menichini

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Stefano Menichini 00di Maximiliano Calvo
Da qualche tempo volevamo intervistare il direttore del quotidiano del PD, Europa, di cui abbiamo apprezzato il punto di vista atuttotondo anche quando ci si sarebbe aspettati articoli più “di parte”. Volevamo il parere del direttore di un “giornale di partito”, che lo fosse dichiaratamente, perché il PD è, volente o no, il protagonista positivo e negativo di queste convulse settimane post-elettorali.
L’intervista:
Innanzitutto ci scusiamo per la nostra bonaria presa in giro, dopo la nostra email che le era sfuggita. Sono giornate convulse, e ci inquieta l’atteggiamento del M5S che dice di volere il cambio e blocca il cambio. A che gioco stanno giocando?

Bisogna prendere sul serio ciò che dice Grillo, e ancora di più Casaleggio: dicono di voler smontare la democrazia rappresentativa e si comportano di conseguenza. Per quanto dipenderà da loro, non consentiranno alcuna riforma positiva del sistema: vogliono abbatterlo.

Si può rimproverare qualcosa al PD in questa fase così convulsa e difficile?

Ha provato a cambiare passo dopo il primo allarme delle elezioni di Parma e in Sicilia, ma primarie e riduzione dei costi della politica non sono bastate. Temo che sia stata un’illusione quella di Bersani di poter rinnovare molto ma nella continuità dell’idea di partito.

Trasmettere l’incontro in streaming tra Bersani e il M5S non è stato un errore? Voglio dire, è giusto rendere visibili incontri che forse dovrebbero essere privati?

Non c’era comunque alcuna chance di ottenere un risultato politico allora Bersani ha pensato di poter trarre un vantaggio di comunicazione e di immagine nel mettere i grillini in difficoltà con le sue proposte. Più che altro invece è sembrato innervosito. In ogni caso le cose serie non si discutono in diretta streaming.

Tra le fantasiose ipotesi del prossimo premier, spuntano anche diversi nomi PD, Renzi  che fine ha fatto?

Renzi non deve farsi coinvolgere in questa fase e non lo farà. All’opposto, deve risultare vistosamente lontano dalle trame di Palazzo e sfruttare questa diversità quando sarà il suo momento. Cioè molto presto.

Torniamo al M5S, come ci si può proporre come la forza del cambiamento e di fatto bloccarlo dicendo “no” a tutto?

Ho già risposto prima. Hanno una concezione di cambiamento molto diversa dalla nostra. È anche da quella di molti loro elettori, penso.
Il M5S organizza on-line le elezioni del Presidente della Repubblica. Non cominciano a preoccupare sul serio?
Si comincia a capire che, oltre che a insistere sulla loro idea della democrazia diretta, queste iniziative online (non molto trasparenti) servono a uscire da momenti di difficoltà: le “parlamentarie” di dicembre (dopo le primarie del Pd) e ora un’elezione del capo dello stato nei confronti della quale M5S non ha una linea in parlamento.
La proposta di fare riforme senza Governo è solo fantasiosa, è una boutade, è possibile o c’è qualcosa in più?
È coerente col resto. Inattuabile, ma dà l’idea (ingannevole) di un potere che si sposta dall’esecutivo verso i cittadini. La Costituzione italiana è tanto bella anche perché disegna bene i pesi fra i vari poteri. Senza governo un grande paese non esiste.

Cosa vede Lei dietro questo atteggiamento di “no” assoluto?

Vedi sopra.
 
Il PD andrá a congresso?
Obbligatoriamente, anzi Rosy Bindi deve avviare la procedura di convocazione entro pochi giorni. Tutto sta vedere se si terrà prima o dopo le prossime elezioni.

Non urge davvero un rinnovamento totale dell’attuale Partito Democratico?

Altroché se urge. Già è stato fatto molto ma c’è una grande questione di fondo e cioè il fatto che la stragrande maggioranza degli italiani ancora identifica il Pd con l’avanzo del vecchio Pci.

Si è letto di minacce di scissione per fondare un nuovo Partito Socialista, noi abbiamo perso il conto dei partiti socialisti in Italia, lei no?

Onestamente non mi pare una questione rilevante, comunque non ho letto nulla del genere.

Chi vede favorito per le elezioni a Roma?Stefano Menichini

Ho una preferenza personale per Paolo Gentiloni, in ogni caso alle elezioni sarà nonostante tutto favorito il candidato del centrosinistra.

L’Italia avrà un governo o si tornerà al voto?

L’Italia avrà un governo e andrà presto al voto, le due cose non si contraddicono.

Come vede il futuro dell’Italia?

Sono molto pessimista, ho solo la speranza che intorno a Matteo Renzi si coaguli una voglia di cambiamento reale e possibile molto ampia, trasversale agli attuali schieramenti, capace di attrarre energie ora fuori dalla politica oppure schiacciate nel centrosinistra, al centro e anche nel centrodestra.
Stefano Menichini, 53 anni, è nel mondo del giornalismo da quando aveva 19 anni. Ha lavorato per Il Manifesto. Ha partecipato alla fondazione del quotidiano Europa, nel 2003, di cui `direttore dal 2005.
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