Ma come? Proprio Franco Battiato, il raffinato e coltissimo musicista di Veni l’Autunnu ed altre splendide canzoni. Il premio Stockhausen che si richiama alla mistica sufi, che c’è sempre andato giù pesante quando era il momento, ad esempio con Povera Patria, ma che sempre ci ha offerto il suo fluido e garbato eloquio, fatto di citazioni e coltissimi esempi, la cui conversazione spazia dalla conoscenza dell’arabo alla dodecafonia, cade sulla volgarità pronunciata al Parlamento Europeo.
“Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa. E’ una cosa inaccettabile”, la sua affermazione al Parlamento Europeo in veste di assessore al Turismo della Regione Sicilia, ha lasciato di stucco il mondo della politica italiano, provocando l’immediata reazione della Presidente della Camera Laura Boldrini.
C’è da dire qualcosa in più? Battiato ha sbagliato o no? Le cose vanno chiamate col loro nome? Doveva fare nomi e cognomi? Quando si dice chiaramente ciò che tutto il mondo vede, ma nessuno commenta, ci si fanno nemici? Una sfuriata dettata da misoginia e non da patriottismo? Uno sfondone che farà più male che bene a chi ne è stato protagonista? La ricerca di una scusa per dimettersi?
Non lo sappiamo, solo una cosa è certa. La politica fa male e la vicinanza quotidiana col potere è un pericoloso anestetico che addormenta la nostra intelligenza. Anche quando pensiamo di possederla.