Più volte abbiamo lanciato l’allarme dalla nostra testata sorella Gaiaespana.com (dato che Gaiaitalia.com ancora non esisteva) sull’involuzione antidemocratica che il governo ungherese guidato da Viktor Orbàn, nazionalpopulista antidemocratico stava preparando, dopo i colpi assestati alla libertà di stampa, alle libertà personali e ai diritti dell’uomo.
Ora, inascoltati i moniti di Bruxelles, Berlino e Washington, il leader ungherese ha fatto una scelta scioccante, quella di conferire tre importanti premi ufficiali per la cultura a tre “intellettuali” razzisti, antisemiti e antigay vicini al partito di estrema destra di ispirazione neonazista Jobbik, attualmente in parlamento con il 17% dei voti, ma dato dai sondaggi come secondo partito d’Ungheria, con il 19% dei voti.
I premi sono stati conferiti a Ferenc Szanizslò, commentatore alla televisione Echo TV che nel 2011 paragonò i rom a “scimmie”. Il secondo è andato a Kornel Bakay, archeologo noto per il suo radicale e svergognato antisemitismo che tra le sue fantasiose teorie ha messo quella della colpevolezza degli ebrei nella tratta degli schiavi dal medioevo all’abolizionismo.
Il terzo premio è andato al cantante della rock band neonazista Karpatia, Janos Petras, vicinissimo al partito neonazista Jobbik, che rivendica la ricostituzione della Grande Ungheria riprendendosi (magari con la forza) territori oggi appartenenti alla Slovaccia, all’Ucraina, alla Serbia e alla Romania. Così finisce la democrazia diceva qualcuno, tra applausi e grida.