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Vatileaks, venti corvi venti in Vaticano

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Vatileaksdi Paolo M. Minciotti

Il sito gaynews.it pubblica un’ articolo riportato dall’agenzia ANSA che parla nuovamente degli scandali vaticani meglio noti come Vikileaks e delle dimissioni di Ratzinger.  Secondo l’articolo  “Il maggiordomo del Papa non e’ l’unico corvo del Vaticano. I corvi sono tanti, piu’ di 20 persone, tutte legate alla Santa Sede. Siamo donne e uomini, laici e prelati. Se abbiamo fatto uscire i documenti dall’Appartamento del Papa e’ stato per compiere un’operazione di trasparenza nella Chiesa. Ora, dopo la rinuncia di Benedetto XVI al pontificato, e alla vigilia del Conclave, il caso Vatileaks continua a tenere banco. E per noi e’ venuto il momento di tornare a parlare”.

E’ uno dei corvi a parlare durante un’intervista al quotidiano Repubblica, un corvo che si definisce “ex-corvo” e secondo il quale “Non ci sono piu’ Papi da difendere o verita’ da far emergere. E’ tutto nel rapporto segreto compilato dai tre cardinali anziani” (…) c’è la storia della lobby gay, che “e’ verissima” afferma l’ex corvo “potrei fare nomi e cognomi di cardinali e monsignori, di vescovi e funzionari” e come se non bastasse parla poi anche di “questioni finanziarie legate allo Ior” e del momento in cui Ratzinger “decise di realizzare attraverso monsignor Carlo Maria Viganò un’operazione di razionalizzazione nelle attività economiche dalla Santa Sede, unite all’opera di trasparenza affidata a Gotti allo Ior” operazione ostacolata perché “considerata lesiva di determinati equilibri all’interno degli istituti soggetti a verifiche. Cosi’ nacque una lobby in Vaticano, composta da persone che lavoravano fra Governatorato, Apsa, Segreteria di Stato, Biblioteca, Archivio, Musei, Cei, Osservatore Romano, che ha cominciato a dialogare” pensando che  rendere noto “quello che succedeva nella Curia potesse sollevare l’opinione pubblica scatenando un’operazione di pulizia che avrebbe portato alla trasparenza”.

L’ex corvo assicura che Ratzinger non si è dimesso per “vatileaks” perché “la sua presenza continuava a giustificare un determinato andazzo che invece Ratzinger voleva scardinare”, il papa tedesco si sarebbe dimesso “per ripartire da zero”.

Il successo di Vatileaks, aggiunge, “dipende da chi sara’ il Papa eletto, da quale fazione verra’ votato, e da chi sarà alla testa della prossima Segreteria di Stato”.

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