Secondo alcune notizie di gaya estrazione Don Gallo avrebbe auspicato un papa che dall’alto del suo pulpito sanpietrino dichiarasse la sua omosessualità, descrivendolo come un cambio, un possibile cambio, epocale. E’ un desiderio legittimo, ci sembra ingenuo, e forse è solo una provocazione del fondatore della comunità di San Benedetto al Porto, che rivela anche di essere stato “avvicinato” da un vescovo, quando era un giovane prete, che gli fece delle avances.
A noi piacerebbe che il prossimo papa, molto più semplicemente, non fosse omofobo, la smettesse di fomentare l’odio antigay, di mettere al primo posto gli interessi materiali della Teocrazia di Roma, che si occupasse sul serio della felicità delle persone, che la smettesse di ingerire nelle politiche interne dei paesi, Italia in primis, che non negasse la pedofilia dei suoi preti, quando questa venga scoperta, e che collaborasse con la giustizia affinché pagassero come tutti gli altri.
Ci accontenteremmo di un papa che rappresentasse valori e non disvalori, che non fosse un politico, ma un uomo umile con a cuore il benessere dei più deboli e che lottasse per la felicità altrui, sul serio, con determinazione e con serietà e che la smettesse con ridicoli dogmi come quello della sua infallibilità.
Questo detto, un nuovo papa che continui con la proverbiale omofobia, perpetuando tutti gli orribili difetti di una istituzione che milioni di ciechi si ostinano a considerare sacra, non potrà che accelerare la fine della chiesa, già così vicina, così che ben venga.
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