La morte del leader dell’opposizione Chokri Belaïd ha scatenato una nuova ondata di proteste a Tunisi e in tutto il paese. Migliaia e migliaia di persone hanno invaso le strade per reclamare le dimissione dell’esecutivo che deve “piegarsi al volere del popolo”. Nei disordini provocati dagli scontri tra manifestanti e polizia sarebbe morto un ragazzo di vent’anni secondo informazioni non ufficiali.
Nel frattempo secondo l’emittente di lingua arab Al-Arabiya le autorità avrebbero arrestato l’autista di Chokri Belaïd che subito dopo l’omicido era stato indicato da Nadia Daoud, giornalista e vicina di casa dell’uomo politico ucciso, come uno dei possibili coinvolti. La giornalista aveva infatti avanzato sospetti sul suo comportamento dicendo che l’autista attendeva per strada quando il politico è stato ucciso e che avrebbe ricevuto una telefonata poco prima dell’attentato.
Il padre del defunto leader politico, che sarà sepolto venerdì dopo la preghiera del pomeriggio nel cimitero dei Martiri della capitale tunisina, ha detto che suo figlio sapeva di essere in pericolo e di essere certo che siano stati emissari di “Ennahda e nessun altro a ucciderlo”.
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