Al via il Festival del Cinema di Berlino, alla sua edizione numero 63, che porterá la capitale tedesca al centro del mondo culturale e cinematografico internazionale fino al 17 febbraio prossimo. Berlino, è un Festival dai grandissimi numeri, 20mila addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo, 300mila biglietti venduti, 4mila giornalisti accreditati, star internazionali che fanno a gara per essere presenti alla kermesse.
Il Festival aprirà con il nuovo film di Wong Kar Wai, che è anche presidente della Giuria (composta da composta dalla regista danese Susanne Bier e l’iraniana Shirin Neshat, la direttrice della fotografia Usa Ellen Kuras e la produttrice e regista greca Athina Rachel Tsangari, il regista-attore americano Tim Robbins e il regista tedesco Andreas Dresen) incaricata di attribuire l’Orso d’Oro, l’Orso d’Argento e il Teddy Bear, il premio alla miglior pellicola a tematica omosessuale.
Proprio su questa sezione ci soffermiamo (riservandoci di dedicare uno spazio quotidiano alle pellicole berlinesi che più ci sembrano interessanti), data la presenza di momenti cinematografici importanti come quello di James Franco, nuova icona gay del secolo, presente con ben due film, uno come regista e uno come attore.
Il fil che vede l’artista americano dietro la macchina da presa è già stato presentato al Sundance Film Festival e si intitola Interior. Leather Bar e indaga sul mondo del sesso gay estremo fatto di pelle, dolore e piacere, una sorta di Cruising del nuovo secolo, senza la componente criminale (o no?). Nell’altra pellicola che presenta, intitolata Maladies, James Franco interpreta il ruolo di un attore di soap opera che decide di ritirarsi dalle scene convinto di essere schizofrenico.
E’ un thriller il film Lose Your Head di Stefan Westerwelle e Patrick Shuckmann, che parla di un giovane gay al centro di una situazione pericolosa perché scambiato per un uomo scomparso; interessante è il film Two Girls Against the Rain di Sao Sopheak, la splendida storia di una coppia lesbica in Cambogia che superano tutti gli ostacoli sociali, politici e delle loro famiglie per costruire una famiglia felice. Toccante.
Arriviamo poi al film di Guillame Nickloux La religieuse candidato allo scandalo, in quanto ambientato in un convento di suore: ispirato al romanzo di Diderot (lo definirono “blasfemo e immorale”), fu portato sullo schermo da Jacques Rivett mezzo secolo fa: una giovane sedicenne viene chiusa in un convento contro la sua volontà e viene insidiata, anche sessualmente, dalla Madre Superiora, interpretata dal nostro mito Isabelle Huppert.
Echolot di Athanasios Karanikolas è un film sull’incoscienza di vivere per evitare di pensare (porsi, superare) il problema della morte mentre è ambientato a Seoul il film di Leesong Hee-il chiamato White Night ed è la storia di due uomini in viaggio, del loro passato, della loro incapacità di vivere al presente in una complicata relazione, assai tipica del cinema dell’estremo Oriente.
Exposed di Beth B è un documentario sulla nascita del burlesque con immagini di spettacoli live, interviste ed immagini dal backstage.
Altre informazioni sul sito ufficiale del Teddy Bear a questo link.
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