Le affermazioni di Buttiglione all’Avvenire: “Perché quando si parla di alleanze con la sinistra si finisce sempre a parlare di gay”, le dichiarazioni di Monti, le battute da caserma di Albertini, le consuete ingerenze vaticane, la solita storia insomma, dovrebbero finalmente far riflettere in primis il movimento lgtb, e poi anche i politici che sull’uguaglianza di diritti vogliono sul serio costruire consenso e azioni, che bisogna limitare le “uscite” sulla questione e le polemiche. Bisogna agire.
Con pochi messagi chiari e forti, le lgtb genti devono scendere in piazza e coinvolgere tutti i cittadini gay e non, le associazioni gay e non, e parlare a tutto il Paese, per un volta, e una volta per tutte, finalmente. Dalle politiche italiane degli ultimi vent’anni sono uscite tutte, diciamo tutte, le minoranze: gli stranieri sono considerati meno di zero grazie all’allucinante legge Bossi-Fini (quel Fini che adesso pare volgorato dal nuovo verbo politico, è uomo intelligente e voglio credere che le sue nuove posizioni politiche siano davvero frutto di uan riflessione profonda), l’omofobia èarrivata a un punto tale che ha complicato il vivere quotidiano delle persone omosessuali, i giovani stranieri non sono né italiani né stranieri, il paese è diventato il regno delle troie e delle televisioni-tette-al-vento-e-culi-a-tutte-le-ore che avremo anche un popolo di teledipendenti incapaci di un giudizio certo su n’importe quoi, ma almeno vanno a figa.
Appoggiamo pienamente e totalmente, da questa umile e combattiva testata on-line, la manifestazione che Equality Italia, l’associazione fondata da Aurelio Mancuso, ha deciso di convocare per il 16 febbraio prossimo. Deve essere una grande, straordinaria, partecipata, inclusiva, democratica manifestazione per i diritti di tutti. Chi non ha diritti ne ha bisogno: con questo atteggiamento si parlerà a tutto un paese e non a poche migliaia di militanti arcigaycentrici.
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