Più di cinquecentomila firme e la pressione di Barclays, una delle banche più potenti a livello mondiale che da lavoro a migliaia di ugandesi ed è la prima banca del Paese, sono state sufficenti per fare retrocedere di alcuni passi le autorità sull’ultima legge anti-gay.
Il presidente Yoweni Museveni ha preso le distanze dalla legge confermando che “E’ sbagliato promuovere l’omosessualità” , ma che la legge è frutto, secondo lui, dell’iniziativa di un solo parlamentare, (nella fattispecie la Presidente del parlamento benedetta da benedetto) e non rispecchia la “politica ufficiale”.
La legge prevede 14 anni di prigione (l’Ansa dice l’ergastolo, le nostre informazioni sono differenti, controlleremo presso le nostre fonti) per tutti coloro che siano “involucrati” (sic) in relazioni omosessuali “gravi”. Le umanissime genti che volevano votare la legge prima del 15 dicembre avrebbero voluto la pena di morte per questi busoni che provocano i disastri naturali, ma illuminati dallo spirito santo hanno infine desistito.
Ora, dopo le pressioni internazionali, più di 500mila firme e il pressing di Barclays, la data d’approvazione è slittata al 31 dicembre e la dichiarazione del presidente (“non bisogna alimentare l’omosessualità”), suona tanto come un richiamo alle forze politiche a ripensarci. Vedremo.