Questa mattina alcuni gaï organi d’informazione (gaï, lo abbiamo scritto così apposta, se non conoscete la fonetica cazzi vostri) celebravano la nuova uscita di Grillo che si dice favorevole ai matrimoni gay (Berlusconi ha detto no, come riportiamo in altro articolo). La notizia ci offre l’occasione per un paio di riflessioni.
Como dovreste sapere voi che ne sapete più di noi, qualche giorno fa una consigliera del Movimento 5 Stelle “personalmente favorevole” alla concessione di un contributo di 3.000 euro alla Giornata della Memoria ha dovuto votare contro perché il popolo dei votanti, opportunamente e “democraticamente” consultato via Facebook ha detto “No” (Le motivazioni? Di grande profondità, come: “Dare soldi agli Ebrei, perché?”).
Immaginiamo che il “favorevole” parere di Beppe Grillo sui matrimoni gay, quando dovesse trasformarsi in legge, dovrebbe essere messo ai voti su Facebook, che cosí vuole la “democrazia” cinquestellina e che se gli iscritti al partido delle primarie da 20.000 voti votassero in maggioranza “No” la legge non sarebbe votata.
Ne deriva che ogni provvedimento di civiltà e buon senso, comprese le sonore cazzate, saranno sottoposti al voto degli iscritti al Movimento 5 Stelle e che qualunque provvedimento, buono o cattivo che appaia (o sia), sarà sottoposto al giudizio, buono o cattivo, degli iscritti via Facebook?
E che che se gli iscritti voteranno “contro” un provvedimento di civiltà come quello sulla Giornata della Memoria, la risposta sarà no? Se gli iscritti votassero “Sì” via Facebook a una ipotetica legge che dica che bruciare gli immigrati è cosa buona e giusta quella legge sarebbe votata dai cinquestellini?
Chiediamo lumi.
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