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Primarie PD, deroghe, mandati e altre amenitá e stranezze. Ne parliamo con Andrea Benedino

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AndreaBenedinodi Giovanna Di Rosa

Abbiamo chiesto ad Andrea Benedino, esponente PD, di spiegarci, dato che siamo ignoranti, questa storia delle deroghe e dei mandati e di aiutarci a fare un po’ di luce su aspetti poco conosciuti delle dinamiche delle primarie del Partito Democratico che, anche volendo criticarle, stanno offrendo ai cittadini italiani la possibilità di ri-scoprire che la politica si può svecchiare con alcuni semplici accorgimenti, come quelli di chiedere agli elettori chi vorrebbero vedere in Parlamento prima delle elezioni.

L’intervista:

Ci spiega dato che siamo ignoranti questa storia delle deroghe?

Ieri sera (lunedì 17 dicembre, ndr) la Direzione Nazionale ha discusso le deroghe alla regola dello Statuto PD secondo la quale non si possono candidare coloro che hanno già svolto tre mandati parlamentari. La Direzione avrebbe potuto votare fino a 32 deroghe, ma hanno presentato domanda solo in 10. Questi dieci nomi sono stati posti in votazione assieme e votati quasi all’unanimità. Molti di loro potranno quindi ripresentarsi alle prossime elezioni politiche, ma per farlo dovranno sottoporsi a primarie. Alcuni di loro è invece probabile che vengano inseriti direttamente nel listone nazionale di coloro i quali verranno candidati senza doversi sottoporre a primarie.

Che c’è di vero nel malvagio pettegolezzo che vuole Anna Paola Concia alle primarie per effetto dei veti della Bindi?

Non ho idea se dietro la scelta di mandare a primarie Paola e tanti altri deputati uscenti ci sia o meno un veto della Bindi. E’ chiaro che Paola, che pure ha svolto con dignità ed impegno il ruolo della parlamentare pugliese, se ricandidata lì a primarie, sconterebbe l’ostilità di candidati del territorio che sono più radicati di lei. C’è però da dire che a quanto sembra, la Bindi stessa, oltre alla deroga al terzo mandato, abbia ottenuto anche la deroga a sottoporsi a primarie. C’è una diversità di trattamento che è intollerabile: o l’intero gruppo dirigente uscente accetta la sfida delle primarie, lasciando al listone nazionale solo la quota della cosiddetta “società civile”, oppure non si capisce la logica con cui vengono fatte certe scelte. E quindi sorgono spontanee certe domande: perchè la Bindi sta nel listone ed evita le primarie e la Concia no?

Perché si ottengono delle deroghe dopo innumerevoli mandati?

C’è una logica: ci sono personalità del mondo politico che per la loro esperienza è giusto che possano restare in Parlamento. In molti paesi del mondo (Stati Uniti ad esempio) vi sono parlamentari di lungo corso (penso a Nancy Pelosi ad esempio), la cui autorevolezza non viene messa in discussione da nessuno. Anche in Italia nessuno si sarebbe mai sognato di pensionare dopo tre mandati una come Nilde Iotti o un Oscar Luigi Scalfaro, ma c’è da dire che Iotti e Scalfaro i voti se li andavano almeno a prendere, elezione dopo elezione, con le preferenze. La Bindi o Franco Marini, invece, pretendono di restare perpetuamente in parlamento senza neanche prendersi un voto. E’ un po’ diverso…

Lei si candida?

No, non mi candiderò.

Se no, perché? c’è bisogno di gente giovane e preparata…

Lo so e vi ringrazio, anche perchè in molti mi sollecitavano in questo senso. Io fui candidato alle elezioni politiche 5 anni fa, nella quota di quelli che sarebbero entrati in Parlamento se Veltroni avesse vinto le elezioni. Ero al termine di un percorso politico di anni di impegno nazionale sui temi lgbt. Purtroppo le cose sono andate diversamente e in questo momento preferisco dare priorità alla mia vita professionale. Ho un nuovo lavoro che ho avviato da poco, che mi impegna tanto e su cui sto investendo molto. Preferisco evitare distrazioni e dare una mano, stando un passo indietro, a chi veramente può farcela.

Noi non ci crediamo alla promessa di Bersani di una legge sulle coppie lgtb alla tedesca…

E sbagliate. L’impegno di Bersani su questo fronte è sincero. Ho avuto modo di frequentarlo e di sentire spesso i suoi più stretti collaboratori in questi ultimi mesi. Bersani ritiene che questa legge sia una delle priorità della  futura legislatura, su cui sarà necessario lavorare fin da subito. Le aperture che ha fatto nella campagna delle primarie su temi nuovi come quello dell’omogenitorialità consentono poi finalmente di introdurre nell’agenda politica riforme importanti, come la cosiddetta “stepchild-adoption” (l’adozione del co-genitore). E’ giusto mantenere un atteggiamento di sana diffidenza, perchè abbiamo ricevuto troppe delusioni dalla politica negli anni passati, ma è anche giusto andare a vedere le carte e provare a portare a casa riforme che, se approvate, potrebbero cambiare il volto del nostro paese.

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