Sono torrefatta, come diceva una modenese colta sull’autobus parlando della bravura della Melato, sì con l’articolo, nel vedere come in poche ore alcune centinaia di persone abbiano letto il mio articolo di ieri “Perché voglio sposare Tommaso Giuntella”. Scatenati o libido! Su Twitter, commenti, battute, risate. Insomma il mio, che voleva essere un articolo provocatorio, non ha avuto gli effetti sperati.
Mi riscrivo: parlare del bonissimo Giuntella riferito a un matrimonio meco era ed è, evidentemente, un richiamo a rispettare i patti sulle unioni civili alla tedesca che siano e a non prenderci per il culo come il PD ha fatto negli ultimi anni. Voglio approfondire il colto concetto ricordando (anche a Giuntella che è giovane e dalla parte dei giovani dovrebbe stare) che quando si promette qualcosa, si generano speranze e che i giovani di questo paese di promesse ne hanno avute abbastanza, ma di fatti nemmeno uno. Quindi, “Voglio sposare Tommaso Giuntella” era una provocazione che voleva dire che amerei avere la libertà di poter dire a chiunque, ti amo e voglio stare con te, uomo o donna che sia, qualsiasi sia la posizone che riveste, con un minimo di tutela dello stato dove sono nato che mi chiede molto e non mi da un cazzo.
Naturalmente, sia detto con ironia, non vado in giro cercando di adescare capi boy scouts, che un fulmine non mi colga mentre vago per anguste vie di deserte città dove orde di maghrebini e immigrati aspettano al varco l’ignaro italiano per farlo fuori. Naturalmente, sia detto con serietà, mi scuserà il bravo e bbono Giuntella per averlo tirato in mezzo, che sicuramente i boccaloni gay del partito c’avevano già pensato.
Si tranquillizzino coloro che l’amavano e l’amano, io rispetto la libertà altrui, e sono così seria in questo che mi piacerebbe addirittura che tutti l’avessero questa libertà e uguaglianza.
Poi se Giuntella proprio me la dovesse chiedere, chiaro che gliela darei..
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