E’ proprio vero che a volte ritornano: chi si aspettava il trionfo del nuovo Pdl, assiste invece al suo tonfo. Il partito nato come Forza Italia che prometteva un milione di posti di lavoro e che ne ha persi cinque, trasformatosi d’ufficio in Pdl per togliere attenzione mediatica alla nascita del PD, è di fatto un partito teocratico dove il Signore Assoluto, in senso mistico, è Burlesconi.
Bondi è testimone di tutto questo: beatificato dall’Unto (e Bisunto) del Signore, assurto alla segreteria politica del partito, dopo essere stato Ministro della Cultura (ahhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!), con spazi sui settimanali dove scriveva tristi e patetiche poesie che nemmeno un bambino avrebbe l’ardire di pubblicare, riappare in questo grigio giovedì politico, che vede trionfare le primarie del PD e parla del suo impegno personale a favore della figura del Capo, “sacrificando me stesso”, pover’uomo! Afferma l’ovvio, come sempre ha fatto, in questo caso che il Pdl non se lo cagano più neanche i suoi elettori. Naturalmente Bondi che non è di campagna come noi, non usa termini come i nostri. Ma tant’è.
Non si tratta di una grande intuizione politica, ma Bondi non è mai stato un politico. E’ stato un’ottima spalla. Ha fatto quello che fa il comico di secondo piano con poco talento che raggiunge il successo grazie al genio (del male) del suo compagno di merende (o del suo Capo, che a volte è lo stesso).
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