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69a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia: la cronaca di Emilio Campanella

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LEONES, film argentino di Jazmin Lòpez, proposto nella rassegna  ORIZZONTI, ha suscitato molte perplessità, e se molti sono entrati a proiezione iniziata, moltissimi, alla spicciolata o rumorosamente, hanno lasciato la sala, durante tutti gli eterni ottanta minuti di durata della pellicola. 

Che dire: sono masochista e sono rimasto sino alla fine, scoprendo anche un sottofinale di alcuni minuti, veramente notevole, voglio pensare che fossero otto, quindi un dieci per cento dell’intera opera. Quasi tutto si svolge in un bosco, ovviamente tutto è simbolo, ed i dialoghi tra misterioso e demenziale che si scambiano i ragazzi protagonisti, ci lasciano all’esterno del  significato nascosto delle loro frasi… Sembrerebbero persi, ma anche desiderosi di non ritrovarsi. Arrivati ad una casa nel bosco (certo!) non riescono ad entrarvi…

Un’automobile lussuosa (ritrovata) in pessimo stato, ovviamente non parte: una radura di bellissimi fiori che sembrano pericolosissimi ha un aspetto spaventevole; la frutta è, molto probabilmente, avvelenata (se non altro dai prodotti chimici con cui viene irrorata!!!); certo, alla lunga si arriva a detestare quel bellissimo bosco; il sottofinale succitato, è un magnifico piano sequenza, senza figure umane, degno della migliore video arte.

Purtroppo gli umani ricompaiono, protagonista (sic) compresa, che sarebbe la ragazza più disturbata, arriva ad una brughiere, che non vediamo l’ora che finisca, siccome abbiamo ben compreso che dovrà percorrerla tutta, poi si scopre la linea azzurra del mare, le dune sono molte, la spiaggia profonda. Lei arriva sulla battigia, si toglie alcuni indumenti, entra fra le onde e vi sparisce… Gli altri arrivano troppo tardi per fermarla…FINE. Grazie a dio.

 

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