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L’Ospite del Lunedì di Gaiaitalia.com: intervista all’On. Anna Paola Concia

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Anna-Paola-Concia00di Giancarlo Grassi

Coraggiosa, combattiva e passionale, Anna Paola Concia è stata in questi anni punto di riferimento per migliaia di cittadini omosessuali e transessuali italiani e per tutti i cittadini che vogliono costruire un paese migliore per tutti. Nata ad Avezzano, laureata in Scienze motorie, insegnante di Educazione Fisica e maestra di Tennis, è manager sportiva. Attualmente è responsabile nazionale dell’area sport del Pd, oltre a deputata.

L’intervista:

L’ultima stupidaggine è recente: ”il matrimonio gay aumenterà il numero di aborti”, lo ha affermato una associazione inglese, ma non si può escludere che alcuni esponenti del PD non la facciano loro… O no?

Di integralisti sfacciati e tendenti al ridicolo é pieno il globo. Mi permetto di escludere dopo tanti anni di battaglie dentro il PD che qualcuno possa arrivare a tanto, se non altro per non sembrare ridicolo, appunto.

Una domanda che abbiamo già posto al vicepresidente del Suo partito, Ivan Scalfarotto: perché le persone lgtb italiane dovrebbero continuare a fidarsi del PD che ha detto una cosa e ha fatto il suo contrario?

Che la fiducia vada conquistata non c’é dubbio. Il Pd in questi quattro anni di opposizione in parlamento é stato in prima fila nel tentativo di far approvare almeno la legge contro l’omofobia e la transfobia e dice con chiarezza che legifererà su questo, così come sul riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. Siamo un partito che, seppur con fatica, tiene al centro del dibattito politico il tema dei diritti LGBT. Senza il Pd dell’argomento si parlerebbe ben poco e di solito in termini medievali.

Come si puó pensare a diritti alle persone LGTB e pensare a un’alleanza con l’UDC?

L’ho scritto il 14 agosto su L’Unità: noi su questi temi abbiamo deciso, sono loro che devono decidere se allearsi con un partito che farà leggi in favore delle persone LGBT. Questi temi sono importanti tanto quanto i temi economici e noi non accetteremo veti. Problema loro, lo ha detto anche Bersani. Le alleanze per essere efficaci per i cittadini e per il paese si costruiscono su un’idea comune di società; diciamo che non la vedo.

L’ultima dal Suo partito viene da Rosario Crocetta disposto a praticare l’astinenza se verrà eletto…  Non fanno un gran male dichiarazioni di questa portata?

Fanno male innanzitutto a chi le pronuncia. Se fosse stato eterosessuale non gli sarebbe venuto in mente. Rosario Crocetta é un politico capace e lo ha dimostrato quando é stato sindaco di Gela. Non deve aver paura che la sua omosessualità condizioni l’elettorato: i cittadini sono più avanti, anche i siciliani.

Dopo i clamorosi fallimenti degli ultimi anni rispetto alle politiche LGTB, come può un movimento cui quasi nessuno più guarda, ricostruire il suo rapporto con la cittadinanza LGTB? In questo il suo lavoro di deputata come può essere utile?

Il movimento LGBT risente della mancanza di risposte che la politica non ha saputo dare alle sue istanze. É l’unico movimento che non ha ottenuto risposte sul piano legislativo nonostante le tante, quotidiane battaglie. Ma voglio ricordare che é stato fondamentale in questi ultimi 40 anni, producendo quei grandi cambiamenti che sono avvenuti sul piano culturale. A mio modestissimo parere deve continuare a porsi al centro del dibattito politico parlando a tutti, senza steccati, con pragmatismo, come fanno gli altri movimenti europei. In questi anni ho mantenuto un dialogo costante con il movimento, seppur nelle giuste differenze e ruoli. Il ruolo di un parlamentare é quello di ascoltare. Se tutti i miei colleghi facessero lo stesso, avremmo ottenuto dei risultati.

Abbiamo visto matrimoni di esponenti di spicco dell’associazionismo lgtb strombazzati sui giornali, con abiti di Balenciaga e viaggi all’estero, quando lesbiche e gay italiani non solo non hanno diritti, ma non si possono sentire sicuri nemmeno per la strada, non sarebbe più utile un po’ di sana umiltà?

Quegli “esponenti di spicco” che si sono sposati all’estero continuano quotidianamente a fare le loro battaglie contro l’omofobia e la transfobia e a cercare di far approvare in Italia quelle leggi che hanno permesso loro di sposarsi all’estero. Penso a Sergio Lo Giudice, a Giuseppina La Delfa, ad Andrea Rubera. Non vedo contraddizione, anzi. Il rilievo sui giornali è dato dal fatto che nel nostro paese non è possibile sposarsi, mi pare ovvio. Per quanto mi riguarda mi auguro che non venga considerata una colpa amare una persona di un’altro paese e sposarla. Sarebbe surreale. A meno che non si voglia rendere norma il detto di mia nonna: “moglie e buoi dei paesi tuoi”. Ma allora siamo su un altro piano. Al mio matrimonio a Francoforte non c’erano vestiti firmati, ma gente normale: parenti e amici stretti.  (Non parlavamo di Lei, On. Concia, non parlavamo di Lei… ndr)

Come posso io, elettore lgtb frustrato dal PD, essere invogliato a votare di nuovo per il partito che non mi ha mai tutelato?

Se é per questo, purtroppo, nessun partito ha tutelato i diritti LGBT nel nostro paese. E penso soprattutto alla sinistra italiana che, grazie al movimento, é sempre stata più sensibile su questi temi. I cittadini omosessuali e transessuali sono stati anche usati dalla sinistra negli anni. Gli si è fatto credere che i loro diritti sarebbero stati tutelati, ma questo in parlamento non é accaduto neanche nelle scorse legislature. Ora si tratta di passare dall’ideologia al pragmatismo, alla concretezza. In questo il PD può avere un ruolo centrale. Per questo devono spingerlo ad essere concreto e chiaro.

Alla proposta di Bersani sulla unioni civili ugualitari ”modello tedesco” si puó rispondere solo che ”il modello all’italiana” lo abbiamo già visto. Lei cosa risponde?

Se per “modello italiano” intende i Dico le rispondo che fanno parte di un’altra era geologica, e sono un istituto giuridico che non esiste da nessuna parte. Nel mondo politico, in Europa come in America, sia tra i progressisti che tra i conservatori, si sta sviluppando finalmente la consapevolezza che il modello migliore per stabilire la piena uguaglianza sia l’estensione del matrimonio alle persone omosessuali. Condivido questa idea. Gli altri paesi ci sono arrivati e ci stanno arrivando dopo istituti giuridici intermedi (penso alla Francia, all’Inghilterra, alla Germania, gali Stati Uniti). Noi siamo all’anno zero, non abbiamo fatto nessun passaggio intermedio, dobbiamo adeguarci in fretta. Il modello tedesco é un modello che sto sperimentando perché mia moglie Ricarda vive a Francoforte. Questo modello é cambiato da quando nel 2001 venne istituito, fino ad arrivare alla piena uguaglianza di diritti e doveri tra coppie etero e omo, pur mantenendo la distinzione tra i due istituti giuridici. Diciamoci la verità, è sicuramente il modello più prossimo all’estensione del matrimonio. Bisogna aggregare più forze possibili intorno al concetto di piena uguaglianza, dopodiché essere concreti e pragmatici: ha senso il tutto o niente? Ricordiamoci che gli omosessuali italiani vogliono risposte ai loro problemi di vita quotidiana e al loro sacrosanto e legittimo desiderio di essere cittadini ed avere un progetto di vita con la persona che amano.

La Sua è stata una battaglia campale, dentro il PD, e quando è stato il momento della votazione, Le hanno girato le spalle. Come ha resistito alla tentazione di andarsene sbattendo la porta?

Se si riferisce alla legge contro omofobia e transfobia che é arrivata per la prima volta nella storia del parlamento in Aula, le rispondo che non é così: tutto il PD, per ben due volte, ha votato a favore. Unica eccezione Paola Binetti che poi, come è noto, è uscita dal Pd. Altro conto é il maggiore coraggio a cui invito sempre sia il gruppo parlamentare che il mio partito. Ma su questo ci stiamo lavorando in molti. Andare via dal partito? Se lo avessi fatto in molti, giustamente, mi avrebbero disprezzata perché, seppur nominata, sono stata eletta nelle file del PD. Sono una persona seria e continuerò finche avrò spazio a fare questa e altre battaglie dentro un grande partito. Non amo le battaglie di testimonianza. Sbattere la porta è sempre una sconfitta.

La accusano spesso di avere un brutto carattere; fermo restando che Lei ha tutto i diritto di averlo, e che nessuno nasce per piacere a nessuno, perché in Italia si guarda più alla facciata che al valore dell’essere umano?

La ringrazio della notizia. Se per brutto carattere intendono che sono una donna determinata, che dice sempre quello che pensa prendendosene la responsabilità e che non amo la slealtà allora sì, ho un brutto carattere. Ma non erano qualità? Detto questo giro l’Italia in lungo e in largo e le posso dire che gli italiani sono affamati di sostanza.

La prossima legislatura sarà quella buona per i diritti LGTB?

Deve. Se vincerà il centro sinistra sicuramente.

Come vede il futuro dell’Italia, dei diritti LGTB in Italia e suo?

L’Italia ha bisogno di un grande scatto di reni in generale. Siamo in un tempo nuovo e le pratiche, le dinamiche e le consuetudini che sopravvivono nel nostro paese, in tutti i campi, ci stanno portando sull’orlo del baratro. Questa nuova consapevolezza vale per tutti: cittadini e futura classe dirigente. I diritti LGBT sono inesorabilmente una cartina di tornasole del grado di civiltà del nostro paese. Quindi saranno parte di un progetto nuovo di Italia, perché diritti sociali e diritti civili viaggiano insieme senza ordini di priorità. Un paese cresce se cresce sul piano sociale, economico e civile. Il mio futuro? E’ quello che mi costruisco ogni giorno. Non ho rendite di posizione, il mio unico capitale è il mio lavoro quotidiano.

 

Pur lavorando da sempre nel mondo dello sport si avvicina sin da giovane al mondo della politica. Dopo essersi trasferita a Roma, nel 2002 fa coming out e inizia ad occuparsi anche delle tematiche LGBT, diventando co-portavoce nazionale prima di Gayleft, l’associazione LGBT dei Ds e poi del tavolo degli omosessuali del Pd, insieme ad Andrea Benedino. Dal 2006 al 2008 è stata presidente dell’Agenzia regionale dello Sport della Regione Lazio.

Nel 2008 è stata eletta alla Camera dei Deputati per il Partito democratico nella circoscrizione Puglia. Membro della Commissione giustizia, unica parlamentare italiana dichiaratamente omosessuale, ha presentato tre proposte di legge sul riconoscimento delle unioni omosessuali (l’estensione del matrimonio civile, le unioni civili sul modello tedesco e il Pacs francese), una a tutela delle famiglie omogenitoriali e una sull’estensione della legge Mancino contro omofobia e transfobia.

Nel 2009 e nel 2011 è stata relatrice della Legge contro l’omofobia e la transfobia, riuscendo a fare arrivare per la prima volta nella storia repubblicana il provvedimento in Aula.

Dopo la seconda bocciatura della norma da parte di Pdl, Udc e Lega, nel settembre 2011 ha ripresentato come prima firmataria insieme ai colleghi Corsini, Cuperlo e Pollastrini, in Commissione Giustizia, l’estensione della legge Mancino. Insieme all’ex ministro Mara Carfagna ha promosso la prima campagna istituzionale governativa contro l’omofobia e il 17 maggio 2010, per le celebrazioni della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, ha organizzato il primo incontro delle associazioni LGBT italiane con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Successivamente, nel 2011 e nel 2012, ha organizzato con il presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini la celebrazione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, per la prima volta alla Camera con le associazioni LGBT. Insieme a Pedro Zerolo del PSOE e Sandro Gozi, suo collega del Pd, ha fondato “Libera circolazione dei diritti”, network dei parlamentari progressisti europei per la costruzione dell’Europa dei diritti e dei cittadini.

Il 5 agosto 2011, nel Comune di Francoforte, ha sposato la sua compagna Ricarda Trautmann, che ha preso il suo cognome.

Lo scorso 8 maggio ha pubblicato per Mondadori il libro “La vera storia dei miei capelli bianchi – quarant‘anni di vita e di diritti negati” scritto insieme alla giornalista del Corriere della sera Maria Teresa Meli.

La sua attività parlamentare si può seguire sulla sua pagina personale sul sito della Camera dei deputati.

 

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