Complimenti. Se ancora c’era qualche dubbio sulla pasta di cui è fatto il PD, che Bersani ha definito ”il primo partito d’Italia” a un anno dalla elezioni, che è come dire che le ha già perse, adesso non dovrebbero essercene più. Di dubbi. Cosí che i gay e lesbiche che lo voteranno poi non si lamentino se dovranno pagare un notaio per essere ufficialmente ricnosciuti dallo Stato.
Al momento di votare il documento sul matrimonio ugualitario è, come già sapevamo dal 1962, scoppiato un putiferio. Bersani, la Bindi e tutti i conservatori cattolici e i conservatori catto-ex-comunisti, si oppongono alla minoranza, con il furibondo Renzi pronto a cavalcare la tigre anti-gay per guadagnare visibilità. Bersani interviene come se fosse autorevole, e marca territorio. Lui comanda, ma non vincerà le elezioni.
Il PD è un partito inutile, vuoto, ripiegato su se stesso e sulle sue lotte intestine. Completamente fuori dalla realtà, con un elettorato vecchio. Addirittura l’Italia dei Valori scavalca il PD a sinistra e presenta la sua proposta di legge sui matrimoni omosessuali con una dichiarazione di Di Pietro sulla sua pagina di Facebook: