Arriviamo, dopo un paio d’anni d’assenza, all’italico aeroporto di Malpensa, chiediamo una informazione e ci dicono che il posto che cerchiamo è dietro l’angolo (a destra fuori dalla porta alla TUA (sic) destra): scopriremo in un battibaleno che in realtà si trova a cinque chilometri. Grazie, signore. Grazie.
Peripezie varie, altra richiesta d’informazioni e finalmente arriviamo a Milano Centrale. Biglietto rapido e ricerca di informazioni -che agli sportelli non esistono – per conoscere le condizioni della nece lungo la linea ferroviaria. Entriamo in un bagno pubblico, 1 euro in sfregio a una leggina sconosciuta ai più che garantisce l’accesso gratuito e libero ai servizi igienici trattandosi -l’espletamento di funzioni corporali- di diritto inalienabile. Per un euro otteniamo due bagni chiusi, due senza porte e un bagno occupato per quaranta (40!) minuti. L’addetto alle informazioni non parlava italiano, o faceva finta, ma una faccia d’idiota così non può essere finzione. Infine la sopresa piùu gradita, cartelli per tutta la stazione che indicano in due lingue che è VIETATO FUMARE/DO NOT SMOKING nell’area della stazione. Non solo fumavano tutti, italiani e stranieri, ma le forze dell’ordine preposte, supponiamo, al controllo della stazione neppure ci facevano caso. Piccoli segni di un’Italia normale (dovreste vederli ll’estero, gli Italiani, come sono bravi a criticare le mancanze altrui…)
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