L’ennesimo Gay Pride della inutile storia del movimento omosessuale italiano, capeggiato da arcigaï e casserecce, percorrerà le vie di Bologna, città del Sindaco omofobo che cambia idea quando gli ordini del PD glielo impongono.
La notizia è ufficiale e viene rimarcata con la consueta serietà (sic!) dalle pagine gay di regime con la parola gay nel dominio. E’ ufficiale quindi che la parola d’ordine del movimento gay italiano non è ”diritti”, non è ”politica”, non è ”discussione”, non è ”legittimazione”. La parola d’ordine del movimento gay italiano è ”Gay Pride”. Bravissimi: solo quello avete ottenuto.
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