Il pittore russo ci ha portato un’ampia scelta dalla sua produzione recente (2006-2011)in cui spazia fra una vasta gamma di tematiche che non sono soloi suoi temi preferiti, ma anche scommesse e sfide con se stesso.
Se il ritratto, e qui ce ne sono due esempi notevoli, è forse il filone in cui si esprime veramente a pieno, cogliendo con precisione il soggetto e dandone un attento scavo psicologico, anche nella natura morta compone i suoi piccoli teatri di oggetti con molta attenzione alla messa in scena del dramma da camera che rappresenta.
Alcuni oggetti ritornano, fascinoso è, spesso, il gioco dei riflessi e delle trasparenze. Interessanti, spesso certe assonometrie e financo ardite “prospettive impossibili” nelle composizioni di forme astratte, come il trittico intitolato “LE STAGIONI”. Non mancano neppure i paesaggi, come una specie di ” barena russa” molto interessante, un faro rosso recentissimo, esterni industriali.
Il grande gusto cromatico si esprime appieno con tele astratte dagli arditi scartamenti cromatici , dalle forme in evoluzione particolarmente ardite, e come, talvolta liquide, in scioglimento, quasi di disgelo. Anche fiori carnosi e sensuali, frutti densi di vita, e certi limoni indimenticabili. Si, appunto, come questa nota, il cui titolo suggerirei per la prossima personale.
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