Esplode per l’ennesima volta la polemica dentro il Partito Democratico sul matrimonio ugualitario e le coppie gay dopo la bomba fatta esplodere da Massimo D’Alema, con dichiarazioni che solo un
cretino politicamente inetto, e D’Alema non lo è, direbbe senza preoccuparsi della conseguenze. Le cose vanno dette perché sortiscano un effetto: e l’effetto sta lì, per l’ennesima volta sotto gli occhi di tutti. Al Partito Democratico questa storia dei matrimoni ugualitari e dei diritti degli omosessuali proprio non va giù. Non vogliono affrontare la questione e non la affronteranno, non ci sono le condizioni, non ci sono i voti e in parlamento per come stanno le cose – ché le leggi si fanno con i voti e non con le intenzioni – il consenso non si troverà mai. In più il PD è in testa alle intenzioni di voto degli Italiani, non vorremo rovinare tutto per i diritti di una minoranza, vero? La popolazione omosessuale italiana decida se continuare a stare con le associazioni i cui vertici si sposano all’estero per potersi appellare alla Corte Europea e in patria leccano il culo al PD (sì, lo so che si chiama rimming), sperando contro ogni speranza di poter occupare un poltrona con le loro inutili chiappe o iniziare a muoversi, a farsi sentire, a operare, per esempio, lasciando deserti gli inutili Gay Pride sparsi per lo stivale.
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