La giustizia (sic) tunisina si è abbattuta sull’ex presidente che, in contumacia, e assieme alla moglie, è stato condannato a trentacinque anni di carcere e al pagamento di circa quaranta milioni di euro per
appropriazione indebita e truffa ai danni dello stato. Ben Alì si è fatto vivo dopo mesi dall’Arabia Saudita dove si è autoesiliato (e dove si diceva stesse vegetando dopo essere stato colpito da un ictus), e ha detto che la sua fuga all’estero era dovuta alla ”necessità di mettere in salvo la sua famiglia” e che era sua intenzione tornare in patria. Una storiella cui nessuno crede, dato che la richiesta di estradizione avanzata dal governo provvisorio tunisino alle autorità saudite non ha mai avuto risposta.
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