Il 26° Torino GLBT Film Festival, diretto da Giovanni Minerba, si svolge nell’ambito di Esperienza Italia 150 dal 29 aprile al 4 maggio 2011 nella Multisala Cinema Massimo, nel cuore della cittadella
torinese del cinema, ai piedi della Mole Antonelliana e del Museo Nazionale del Cinema: dunque un ritorno al passato, negli spazi e nelle sale dove è cresciuto e si è affermato affacciandosi alla ribalta internazionale. L’evento speciale di inaugurazione del Festival si tiene presso l’UCI Cinemas Lingotto la sera di giovedì 28 aprile.
L’immagine guida e il video-trailer sono opera di Massimo Fenati, creatore della celebre coppia di pinguini gay Gus&Waldo, le cui avventure sono state pubblicate in tutto il mondo. Il progetto è una rappresentazione originale e anticonformista dell’arcobaleno gay, delle sue sfaccettature e delle sue diversità, ma anche di una grande festa del cinema, di un evento popolare che coinvolge l’intera città.
Ospite della cerimonia di apertura è Noemi. Dopo L’amore si odia, una canzone destinata a lasciare il segno, grazie anche alla collaborazione con Fiorella Mannoia con la quale ha dato vita a uno straordinario duetto, il suo nuovo album RossoNoemi – il cui primo singolo Vuoto a perdere è stato scritto da Vasco Rossi e Gaetano Curreri – è tra i grandi successi discografici del momento.
FILM D’APERTURA
Preceduto dal divertente cortometraggio animato Au Commencement di Laurent Leprince, il film di apertura della 26ª edizione è Four More Years della svedese Tova Magnusson-Norling, una commedia degli equivoci sullo sfondo di temi di grande attualità come sesso e politica. La storia è quella di David, leader politico del partito liberale, sconfitto alle recenti elezioni, sposato con una bella donna (interpretata dalla stessa regista), attratto da un suo collega della fazione opposta. Dalla Camera dei deputati alla camera da letto: Four More Years scherza sulla politica e la sessualità con disinvoltura ed eleganza anche grazie ai suoi due attori, Bjorn Kjellman (presente a Torino) ed Eric Ericsson, che si calano nella parte con un candore romantico e molto naturale. Una storia che si potrebbe definire post-gay e che va decisamente oltre qualsiasi stereotipo con un happy-end nel quale l’amore trionfa alla grande e la politica, una volta tanto, soccombe.
PREMIO ALLA CARRIERA
Il Premio Dorian Gray, istituito nel 2010 in occasione del venticinquennale del Festival, è stato assegnato lo scorso anno a James Ivory. Per questa edizione è stato attribuito al Maestro Lindsay Kemp, l’artista poliedrico (ballerino, mimo, attore, coreografo, insegnante) che ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo a partire dagli anni Settanta con il suo celeberrimo Flowers e ha partecipato a diversi film tra i quali Sebastiane e Jubilee di Derek Jarman, Valentino e Messia Selvaggio di Ken Russell, Velvet Goldmine di Todd Haynes. Un grande rivisitatore e innovatore dell’estetica camp.
LE SEZIONI
Le sezioni sono state curate dal Comitato di selezione composto da Fabio Bo (coodinatore artistico) e da Angelo Acerbi, Margherita Giacobino, Alessandro Golinelli oltre che dai consulenti Christos Acrivulis, Flavio Armone, Pierre Hombrebueno, Nancy K. Fishman, Simone Morandi, con la direzione di Giovanni Minerba. Come ogni anno il Festival propone tre sezioni competitive (Concorso Lungometraggi, Concorso Documentari, Concorso Cortometraggi), sottoposte al giudizio di tre giurie internazionali. Per il Concorso Lungometraggi assegneranno il Premio Ottavio Mai: i registi Pratibha Parmar, Carmine Amoroso e Mehdi Ben Attia, la giornalista Maria Pia Fusco e lo scrittore Gianni Farinetti. Per il Concorso Documentari: il regista Daniele Segre, gli operatori culturali Henrik Neumann e Riccardo Amorini. Per il Concorso Cortometraggi: la programmer danese Lene Thomsen Andino, il produttore João Federici e il regista Max Croci. Saranno inoltre attribuiti, come da tradizione, anche i premi del pubblico.
Sono oltre 120 i film programmati in rappresentanza di 35 paesi. Come è ormai consuetudine, spetta agli Stati Uniti il record dei titoli presenti (26) di cui due nel Concorso Lungometraggi e due in quello dei Documentari. Folta anche la rappresentanza tra gli europei (9 film tedeschi, 7 francesi, 7 britannici, 6 spagnoli). Ma la vera novità è costituita da una significativa pattuglia di opere italiane come non succedeva da tempo, ben 12. Tra queste, nel Concorso Documentari 365 without 377 di Adele Tulli (prodotto da Ivan Cotroneo), in quello dei Cortometraggi, K@biria di Sigfrido Giammona; mentre nella sezione Binari Lungometraggi l’anteprima del giovane autore torinese Roberto Cuzzillo Camminando verso e quella assoluta all’interno del Focus Iran, nodo alla gola (Angels on Death Row di Rocco Bernini e Alessandro Golinelli) alla cui realizzazione ha collaborato lo stesso Festival. Anche la nuova sezione Vintage, in occasione dei 150 anni dell’unità Italia, è dedicata al cinema italiano. Dal continente asiatico, infine, arrivano 12 film (tra i quali per la prima volta uno dal Nepal) e dal centro-sud America, 16 di cui la parte del leone spetta ai brasiliani (ben 7).
Tra i lungometraggi (in concorso) da segnalare Insects in the Backyard diretto (e interpretato) dalla thailandese Tanwarin Sukkhapisit: è la prima volta che una regista transessuale gareggia per il Premio Ottavio Mai. Sempre nel concorso lunghi il film Tomboy della francese Céline Sciamma che è stato acquistato per la distribuzione italiana dalla Teodora Film. Tra i Binari Documentari un occhio di riguardo è riservato all’americano Stonewall Uprising di Kate Davis e David Heilbroner, che sarà presentato in sala dal nipote di Harvey Milk, Stuart, ospite in Italia grazie a Equality Italia, rete sui diritti civili. Stuart Milk, consigliere di Barack Obama, è il Presidente della Fondazione dedicata allo zio Harvey, politico statunitense negli anni ‘70, militante del movimento di liberazione omosessuale e primo componente delle istituzioni statunitensi apertamente gay. Altro film da segnalare è Fit, scritto, diretto e interpretato da Rikki Beadle-Blair, già regista della celebre serie-tv Metrosexuality. Il film è stato prodotto da Stonewall, organizzazione inglese a favore dei diritti gay, e sponsorizzato dalla Adidas, per promuovere nelle scuole l’educazione contro il bullismo omofobico.
Tra le celebrità ricordiamo, inoltre, la presenza di due corti, presentati in anteprima, diretti da James Franco (The Clerk’s Tale e Masculinity & Me); Marina Vlady, la nota attrice francese, musa di Godard e di Hossein, è l’interprete di Quelque jours de repit di Amor Hakkar (Focus: Iran, nodo alla gola); Sandra Ceccarelli e Francesca Inaudi sono le protagoniste di Il richiamo di Stefano Pasetto (Binari Lunghi) in uscita nelle sale il 6 maggio; Chaz Bono, la figlia lesbica di Sonny&Cher che recentemente ha deciso di diventare uomo, si racconta nel documentario Becoming Chaz di Fenton Bailey e Randy Barbato (Concorso Documentari).
FOCUS
Omofobia: l’odio mangia l’anima. Così era intitolato lo scorso anno il Focus dedicato all’omofobia. E (purtroppo) anche in questa edizione (numerosissimi i film inviati per la selezione sull’argomento) si è costretti a insistere, a ribadire il concetto, a denunciare le offese e le minacce perpetuate ai danni dei gay, segnalando alcune situazioni limite, in Occidente come in Oriente, a nord e a sud del mondo. Il secondo Focus Iran, nodo alla gola è una testimonianza e un atto d’accusa nei confronti del regime di Ahmadinejad e s’inaugura con l’anteprima assoluta del documentario Angels on Death Row. The Ebrahim Hamidi’s Case di Alessandro Golinelli e Rocco Bernini, una testimonianza sulla pena di morte in Iran a partire dal caso di Ebrahim Hamidi, il ragazzo 21enne condannato a morte per presunta omosessualità. Il film, girato in lingua inglese, è stato realizzato con la collaborazione dello stesso Torino GLBT Film Festival. Tra gli altri titoli della sezione, che comprende film, documentari e corti, anche il franco-algerino Quelque jours de repit di Amor Hakkar proveniente dal Sundance Film Festival 2011. L’ultimo Focus Think Pink! Non solo moda getta uno sguardo sul mondo della moda e sul suo glamour, sugli stilisti che hanno segnato un’epoca e influenzato il costume. Sarà ospite del Festival la divina Veruschka, la prima top model a essere riconosciuta tale, “la donna più bella del mondo” secondo il grande fotografo Richard Avedon. Verrà presentato in suo onore il film Veruschka diretto da Paul Morrissey e Bernd Böhm con la sceneggiatura scritta dalla stessa protagonista: un documentario d’autore sulla modella-contessa dalla vita leggendaria e che in Italia divenne un simbolo grazie anche a Emilio Pucci, che ne fece l’icona del look optical.
MIDNIGHT MADNESS
Sarà Dario Argento il padrino delle tre notti di Midnight Madness. La sezione – inaugurata lo scorso anno – è un appuntamento con il cinema di genere, ed è nata dall’esigenza di dare visibilità a film che, di solito, trovano poco spazio all’interno delle programmazioni festivaliere: un omaggio al cinema bizzarro, estremo, assurdo, kitsch – letto naturalmente in chiave gay. Tra i titoli The Craving, in anteprima mondiale, della regista Val Castro, figlia artistica dello stesso Argento.
OPEN EYES
Accanto alle abituali sezioni in concorso e fuori concorso, si affianca la sezione di approfondimento, Open Eyes. Per l’edizione di quest’anno l’omaggio si intitola Lesbian Romance: eros, happy-end e un pizzico di humour. Una serie di titoli che raccontano l’eterna lotta per il trionfo dell’amore, violente passioni, struggimenti, tenerezze: un affascinante viaggio (spesso esotico) e a lieto fine nel desiderio lesbico. Ospite del Festival sarà la scrittrice e regista Shamim Sarif, inglese di origine indiana ma cresciuta in Sudafrica, che presenta i suoi due film The World Unseen e I Can’t Think Straight.
TEMI
La linea maestra è sempre l’amore, il romanticismo, ma anche la riflessione sul passato. Tra i temi emergenti quello dell’identità sessuale (e del pansessualismo) legato ai primi turbamenti nella giovane età (è il caso di Tomboy). La condizione degli anziani e la memoria storica riguardano molte pellicole, disseminate in tutte le sezioni, da Gen Silent a Stonewall Uprising, da We Were Here a 80 egunean. Il transgender ma anche l’affermarsi dell’intersex è un argomento sempre più presente (Blattangelus, Insects in the Backyard, Romeos, Becoming Chaz). Oltre naturalmente ai temi classici come il coming out (sempre meno presente, sempre meno traumatico), l’amicizia, la famiglia, il desiderio. Da segnalare un nutrito numero di opere che, in un modo o nell’altro, legano in maniera più duttile e meno problematica il mondo omosessuale a quello eterosessuale.
VINTAGE: ITALIA 150, IL NOSTRO RISORGIMENTO
La nuova sezione Vintage prende vita a partire da questa edizione e, di anno in anno, presenterà film di culto del passato dimenticati o da riscoprire. Quest’anno è dedicata interamente all’Italia. A modo nostro, per celebrare l’Unità d’Italia. Vintage: Italia 150, il nostro Risorgimento presenta dieci titoli dagli anni Cinquanta ai giorni nostri che ripercorrono le tematiche dell’omosessualità in rapporto all’evoluzione del costume e al momento storico: dalle opere chiave dei Maestri del cinema (Senso di Luchino Visconti, Salò di Pier Paolo Pasolini, Il conformista di Bernardo Bertolucci) a piccoli film recuperati e che da tempo non si vedono (Bionda fragola di Mino Bellei, Quam Mirabilis di Alberto Rondalli, Quartetto Basileus di Fabio Carpi e Vite di ballatoio di Daniele Segre). A rappresentare i giorni nostri è stato scelto Mirna di Corso Salani, ultimo film del regista prematuramente scomparso.
FUORI PROGRAMMA: FUORI!
In anteprima nazionale (2 maggio, ore 19) il Festival presenta Fuori! Storia del primo movimento di liberazione omosessuale in Italia (1971-2011), documentario realizzato dalla Fondazione che porta il nome dell’omonima associazione che diede vita al primo movimento italiano di liberazione omosessuale. In sala, a presentare il film e il progetto, Enzo Cucco, leader del movimento GLBT italiano.
A QUALCUNO PIACE LIBRO
A qualcuno piace libro, l’appuntamento con la letteratura – curato da Gerry Ferrara e Piero Valetto – torna a partire dal 29 aprile alla libreria Coop. Saranno come di consueto presentati titoli inediti, di grande prestigio, alcuni dei quali scritti da autori al loro esordio. Tra i titoli: In nessun paese (Piemme) di Ivan Scalfarotto; Evviva la neve (Mondatori) di Delia Vaccarello; Quando eravamo froci (Il Saggiatore) di Andrea Pini; Vestire Degenere (Donzelli) di Alessandra Castellani; Felici e Maledetti (Zona) di Bruno Casini; Kiss Face (Lineadaria) di Giorgio Ghibaudo; Puro amore (Infinito) di Daniela Tazzioli; Non ci lasceremo mai (Lantana) di Federica Tuzi; Il Libro del Sesso di Gus & Waldo di Massimo Fenati (Tea). Accanto a questi appuntamenti un particolare evento, Apericena con l’autore, domenica 1 maggio ore 19,00 al BlahBlah di via Po, durante il quale Lorenza Foschini presenta, in anteprima al pubblico torinese, Il cappotto di Proust edito da Mondadori. Torino GLBT Film Festival “Da Sodoma a Hollywood” nasce nel 1986 ed è diretto da Giovanni Minerba. Dal 2005 è gestito e amministrato dal Museo Nazionale del Cinema.
Su sito ufficiale del Festival www.tglff.com biglietti, informazioni e programma completo.