Si può definire, sinteticamente, in questo modo, l’effetto dei bei manifesti sparsi un po’ ovunque a Genova, in queste settimane, e che pubblicizzano una bella mostra dedicata a Luigi Garibbo, un
vedutista genovese vissuto a cavallo fra il 1700 ed il 1800. Le riproduzioni a grandi dimensioni, riportano il titolo dell’esposizione EN PLEIN AIR, ed il sottotitolo: Luigi Garibbo e il vedutismo fra Genova a Firenze. La manifestazione si svolge su due piani, nelle sale di Palazzo Rosso, in via Garibaldi, e rimarrà aperta sino al 19 Giugno. L’immagine riproduce degli ulivi, un magnifico acquerello in realtà molto piccolo (mm 61 x 116!), di altissima qualità espressiva. Se inizialmente si può essere attirati da una mostra naturalistica, è bene sapere che si tratta di ben altro e ben di più; per quanto lo sguardo sulla natura sia sempre ben presente, l’interesse precipuo dell’artista è sulla trasformazione urbanistica delle città di cui si interessa: Genova e Firenze soprattutto, in un momento che vedeva una grande espansione sulla spinta della nascente rivoluzione industriale. Le date di Garibbo sono fondamentali: nacque a Genova nel 1784 e morì a Firenze nel 1869. Merito della mostra, oltre all’ampiezza, sono i raffronti fra i luoghi, ma anche con altri vedutisti coevi, come Luxoro, De Gubernatis, Caffi, Gelati, Giovanni Signorini, fra gli altri, per una esigenza scientifica di contestualizzazione e raffronto stilistico. In questo può essere di grande aiuto l’accuratissimo catalogo pubblicato da Silvana, che riporta le schede dettagliate delle numerosissime opere esposte. Ciò che colpisce, in particolare di Garibbo, è la capacità di costruire l’inquadratura, la sua attenzione alla luce, come sempre la sensibilità nei confronti delle natura, tanto nelle vedute urbane, quanto in quelle rurali. Sorprendenti sono alcuni acquerelli dalle luci estremamente contrastate e dalla modernità sorprendente, pur restando nella linea di disegno architettonico precisissimo in un artista che per questo, aveva una mano sorprendente.