Son problemi. Quando si è legati da sincera amicizia con un uomo della statura del dittatore libico Gheddafi, quando si fanno accordi politici e di cooperazione con uno degli uomini politici più isolati del
mondo, capo di un regime sanguinario e ottuso, vederlo cadere e vedere con lui cadere le grandi conquiste ottenute fa sempre un po’ dispiacere. Così che non potendolo mettere in quel posto alla NATO, Al Tappone ha dovuto scegliere tra i doveri di un Paese e la sua passione per le amicizie pericolose. Sacrificando le ultime, è normale che gli sia venuto il coccolone. Non potendo piangere di fronte alle telecamere come fece in occasione del terremoto de L’Aquila, ha potuto soltanto dire ”Mi dispiace per Gheddafi”. Poche parole sono bastate per scatenare un polverone, l’ennesimo. Inutile come tutti gli altri.