E’ evidentemente una provocazione. Lo stesso pensò un’amica transessuale quando più di vent’anni fa, mentre esercitava la sua professione nelle strade di una città emiliana (dato che ancora
non esisteva differenza tra la prostituzione ”legale” delle stelline e quella ”illegale” delle puttane, finivano tutte in questura almeno una volta al mese), si trovò a rispondere all’uomo che le chiedeva il prezzo di una prestazione. Immaginate il suo sconcerto quando vide che si trattava di suo padre. Lo stesso padre che l’aveva cacciata di casa all’età di 14 anni perché omosessuale, lo stesso che si rifiutava di incontrarla da 15 anni e che in famiglia si scagliava contro la ”immoralità” dei tempi, impugnando salmi e pregando il suo dio. Una storia triste, che rende l’idea. Il patetico ”essere italiano” di tanti uomini, maschi in famiglia e libertini fuori di casa, che gridano contro ”i diversi” (come li chiamano ancora alcuni di sinistra per sentirsi moderni) per nascondere le proprie debolezze. Così in una Italietta ridicola di culi e paraculi, può anche succedere che un Premier vada in tour da una forza politica all’altra, alla ricerca di nuove legittimazioni (magari a suon di euro), e parli di proteggere la famiglia, che nessuno vuole far fuori, e dicendo ‘‘no” ai matrimoni omosessuali, che nessuno chiede.
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