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A Genova, a palazzo san Giorgio, una grande mostra sotto l’egida dell’Autorità Portuale

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Era dal 1953 che non veniva ospitata una mostra di tale importanza intorno alla storia dello scalo genovese, allora era il Consorzio Autonomo del Porto, oggi l’Autorità Portuale coglie l’occasione del

bicentenario della nascita per celebrare “Raffaele Rubattino, un armatore genovese e l’Unità d’Italia nel secondo centenario della nascita, 1810 – 2010” che si potrà visitare nel magnifico Salone delle Compere, al primo piano del palazzo, sino al 30 Aprile 2011, ed è aperta al pubblico dallo scorso 20 Novembre. Il bell’allestimento crea una serie di ambienti collegati e con una struttura simmetrica con al centro il pezzo forte  delle sette sezioni che la compongono, quella che riguarda l’affondamento del Polluce, avvenuto non lontano dall’Isola d’Elba la notte del 17 Giugno 1841. Sono esposti dipinti, ritratti, materiali, modelli, stampe foto d’epoca provenienti da collezioni pubbliche e private italiane, per raccontare la vicenda soprattutto professionale di un armatore e delle compagnie di navigazione dal 1835 al 1932. Noto ai più come il proprietario dei bastimenti Lombardo e Piemonte che porteranno i Mille (1087 per la precisione) partiti il 5 Maggio 1860, dallo scoglio di Quarto, in Sicilia,fu al centro della vita sociale ed economica, da prima a dopo l’Unità d’Italia; avrà un ruolo nelle Guerre di Indipendenza. Sempre rivolto al nuovo, rivoluzionerà il modo di viaggiare per mare del XIX sec. essendo costantemente aperto alle innovazioni tecnologiche, come agli accordi commerciali con altre compagnie entro il Mediterraneo, ed altrettanto verso mete molto più lontane, arrivando ad organizzare collegamenti intercontinentali. Comunque, secondo me la parte più emozionante dell’esposizione è proprio quella che riguarda il naufragio del Polluce, gemello del Castore, entrambi costruiti in Francia. Entrato in collisione con il Mongibello, che batteva bandiera del Regno delle Due Sicilie, s’inabissò rapidamente, mentre i passeggeri venivano issati a bordo dell’altro bastimento. Una sola vittima durante l’impatto fra le due navi. A lungo si tentò di recuperare, con varie tecniche, il relitto, ma senza successo e troppi rischi. Il tempo passò e se ne perse memoria, sino al 1992, quando venne nuovamente individuato, ma ben presto, per la seconda volta, dimenticato, ma non da tutti…infatti, nel 2000 un gruppo di pirati, con un abile escamotage, riuscì a depredarlo, col pretesto del recupero di un’ altra nave. Per fortuna, nel 2002 i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, con l’aiuto delle autorità inglesi riuscirono a arrivare in tempo prima che i reperti si disperdessero dopo essere battuti all’asta a Londra. É grazie a questo che possiamo vedere molti degli oggetti rinvenuti, da quelli da toilette, ai completi per scrivere, il vasellame di bordo, i gioielli, le monete, la campana di bordo, una scultura in legno dorato…certo molto è stato rovinato dai saccheggiatori, e molto resterà in fondo al mare, parte dello scafo, macchine, che toccate decreterebbero la definitiva rovina del relitto. Presto, il catalogo in corso di pubblicazione, documenterà anche questa storia. L’occasione dà la possibilità di visitare il magnifico palazzo nelle varie sale dei due piani, e nei due corpi che lo compongono, quello medioevale e quello rinascimentale.

 

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