di Aurelio Mancuso twitter@aureliomancuso
Dieci anni fa la legge 40 voluta da un fronte trasversale clericale, sostenuto con forza dalla destra, ma votata anche da Rosy Bindi e altri esponenti cattolici del centro sinistra (allora c’erano ancora la Margherita e i DS) alimentò grandi polemiche perché nei fatti strutturata in un articolato ideologico tutto teso a rendere la volontà di accedere alla fecondazione medicalmente assistita un calvario. Zeppa di divieti, ossessiva nel voler preservare giuridicamente le cellule embrionali, la legge 40 è stata smontata pezzo per pezzo dai ricorsi nei Tribunali che a loro volta hanno richiesto pronunciamenti alla Corte Costituzionale, che oggi le ha inferto il colpo di grazia.
Nel 2005 si tenne il referendum che purtroppo, grazie alla forsennata campagna astensionista messa in campo dal cardinal Ruini (grazie ai soldi di cui la CEI può contare per effetto della ripartizione truffaldina dell’8Xmille) andò quasi deserto. Barbara Pollastrini deputata dei DS, e capofila dell’allora comitato referendario, consapevole che la battaglia fosse difficile ebbe a dire “Preferisco perdere, che perdermi”.
Dopo due lustri si può dire, che le leggi anti libertarie, che sono contro l’autodeterminazione delle donne, fanno una brutta fine. Con la sentenza di ieri la Corte ha la fecondazione eterologa, ovvero il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi d’infertilità assoluta, sia lecita. Finalmente i viaggi della speranza (tra l’altro costosi, quindi, odiosamente classisti) finiranno e il Parlamento dovrà intervenire ridisegnando completamente la legge.
Bisogna ricordare che rimane intatto il divieto di accesso alle tecniche di fecondazione per le persone single e le coppie dello stesso sesso.
Ci sarà tempo per comprendere come metter di nuovo mano all’intero ordinamento, certo è che la sconfitta per la destra clericale italiana è durissima e finalmente ripristina una legalità costituzionale negata, quasi con pignola cattiveria, da una politica nemica delle libertà. E’ davvero un bel giorno per le donne, per le coppie che a causa di problemi di fertilità, o sofferenti di gravi patologie genetiche, ma è un bel giorno per tutte e tutti noi, perché si pone rimedio ad anni di angherie e divieti, e riapre con chiarezza una nuova stagione di riforme civili.
E sappiamo quanto ce ne sia bisogno.
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